Novita

11.05.2014

Gli imprenditori italiani contano le perdite

Contratti annullati, molte aziende sono sull'orlo della chiusura o hanno già cessato la produzione. In Italia, dicono che tutto questo è il risultato della politica di sanzioni contro la Russia imposta da Washington e Bruxelles.

Alla fiera delle macchine da costruzione a Verona, vi è la quiete abituale. È da tre anni che non vi sono stati firmati grandi contratti. I tempi sono difficili, i clienti europei non hanno grande voglia di spendere soldi, mentre lavorare con quelli russi è impedito dai funzionari europei di Bruxelles.

Ci sono più lati negativi che positivi. Il settore dell'edilizia in Italia, come tutta l'economia del paese, è ancora in crisi. In più, per ora, gli organizzatori di questa fiera internazionale non osservano significativi miglioramenti della situazione. Il mercato sembra essere congelato, anche in Russia. E tutti i discorsi dei politici europei sulle nuove sanzioni economiche contro la Russia fanno irritare ancora di più i produttori italiani che desiderano lavorare in direzione della Russia.

Il Nord Italia industriale usa solo un quarto delle sue capacità lavorative. Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia - le provincie con la concentrazione più densa di fabbriche, sembrano essere locomotive che tirano l'economia italiana con l'ultimo sforzo.

Nell'impresa della famiglia Mantovani sono abituati a demolire per una buona causa. Le attrezzature per la demolizione di vecchi edifici e il riciclaggio di rifiuti di calcestruzzo armato si utilizzano in tutto il mondo da più di 50 anni. Hanno i loro uffici in Francia e Germania, Bulgaria, una produzione in Cina. Negli ultimi 10 anni, hanno lavorato con successo nel mercato russo, ma dall'inizio di questo anno, le vendite sono crollate. Non vogliono sentire niente sulle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia perché saranno i produttori italiani a soffrirne di più.

"Naturalmente, tutto questo influenza il nostro business. È difficile ora per noi di avere affari con la Russia. Vi è una barriera psicologica, virtuale. Ma siamo determinati a continuare il lavoro. Abbiamo già spedito un nuovo lotto di prodotti e aspettiamo che il mercato russo rimanga una priorità per noi"  - ha dichiarato il vicepresidente dell'azienda MBI Paolo Mantovani. Il tricolore russo all'ingresso della fabbrica ci dimostra chiaramente con chi dei partner stranieri preferiscono lavorare. Situazione simile: stozzatrici per la frantumazione ed il riciclaggio di materiale da demolizioni. Ancora poco tempo fa, 50% della produzione era portata via dai consumatori russi. Il presidente della società Danilo Sarti non nasconde la delusione per la politica europea degli ultimi mesi. La diminuzione di lavoro con la Russia potrebbe costringerlo a licenziare almeno il quarto, o anche la metà del personale.

 "Posso esprimere la mia opinione personale, simile a quella che hanno molti imprenditori in Italia. Vogliamo lavorare con la Russia. Tali sanzioni che non sono ancora entrati in vigore, causeranno solo danni a tutti. I politici non devono impedire il business a svilupparsi", - ha detto il presidente della CAMS Danilo Sarti.

Negli ultimi anni, gli scambi tra Italia e Russia sono sempre cresciuti. Gli investimenti reciproci ammontano a centinaia di milioni di dollari. La business community locale vede la Russia come un mercato in sviluppo e in crescita, quello che in Europea stessa non si trova più.

La produzione di componenti per l'industria automobilistica è uno dei settori più sviluppati dell'economia italiana. Seggiolini auto, bagagliere, prodotti in plastica per condizionatori o stufe. Tra i clienti ci sono le case automobilistiche russe. Le imprese italiane non hanno intenzione di perdergli.

"Le difficoltà tra Russia e Ucraina devono risolversi da questi due paesi. L'intervento dei funzionari di Bruxelles o degli Stati Uniti non aiuterà la situazione. Seguiamo attentamente le notizie e speriamo che questa crisi non rovinerà la nostra cooperazione con la Russia", - ha detto il direttore commerciale di M.P.T. Plastica, Stefano Taviani.

I produttori italiani sperano, che le difficoltà temporanee saranno superate. Molti di loro stanno ricercando attivamente i modi per continuare le relazioni commerciali con la Russia. Perché gli affari sono come una bicicletta: quando si ferma - si cade.

Fonte d'informazione: Pervyĭ kanal